FLASHBACK

19 Settembre 1946

WINSTON CHURCHILL

Università di Zurigo

“Dobbiamo ricreare la famiglia europea in una struttura regionale che potrebbe chiamarsi Stati Uniti d’Europa. Molto lavoro, signore e signori, è già stato fatto a tale scopo mediante gli sforzi dell’Unione paneuropea, che tanto deve al conte Coudenhove-Kalergi e che orientò l’operato del famoso patriota e statista francese Aristide Briand.”

NARRATORE

Lungo il sentiero tracciato da Sir Winston Churchill, la costruzione europea – la speranza di un futuro di pace, libertà e prosperità – torna in cammino.

Già nel 1922, il Conte austriaco Richard Coudenhove-Kalergi, aveva fondato il primo grande movimento per l’”Unione Europea”: PanEuropa.

Ben presto Kalergi capirà che per edificare gli “Stati Uniti d’Europa”, avrà bisogno degli Stati Uniti d’America.

Anche la sua ultima trovata è geniale: vincolare politicamente le risorse destinate alla ricostruzione dei paesi del vecchio continente distrutti dalla guerra. (1)

A Washington apprezzano: gli aiuti ed i prestiti del Piano Marshall saranno concessi soltanto se si accetta di “formare un unico grande mercato dove le restrizioni quantitative al movimento delle merci, le barriere monetarie al flusso di capitali e le tariffe doganali siano definitivamente soppresse” (2).

Il terminale di Richard Coudenhove-Kalergi in Senato, è James William Fulbright dell’Arkansas, che così interviene in aula, nel gennaio 1949:“dal momento che governiamo e sosteniamo gran parte della Germania, non abbiamo il diritto di proporre una soluzione ai problemi del futuro della Germania, in accordo coi bisogni dell’Europa? (3)

FEDERICO DEZZANI, SCRITTORE, ANALISTA GEOPOLITICO

“Nella mente di chi ha concepito l’Unione Europea non c’è mai stato alcun dubbio che nel lungo termine la Germania si sarebbe imposta come potenza dominante, perché oggettivamente ha i numeri per essere quella che comanda: è la più popolosa, la più grande. Però era sempre una potenza sottomessa a sua volta ad un centro esterno superiore.”

ANTONIS RAGOUSIS, INVESTMENT STRATEGIST

“È sempre stato tramite la Germania che gli esperimenti più interessanti hanno avuto luogo all’interno delle politiche europee.”

WINSTON CHURCHILL

Università di Zurigo, 19 Settembre 1946

“Il primo passo verso la ricostruzione della famiglia europea deve essere una collaborazione tra la Francia e la Germania.”

NARRATORE

Il banchiere e diplomatico francese Jean Monnet mette a punto un piano per integrare l’industria pesante di Francia e Germania.

Tuttavia, la Francia da sola non potrà mai controbilanciare la Germania, che dovrà essere sempre trattenuta e imbrigliata: ad Ovest.

FEDERICO DEZZANI – SCRITTORE, ANALISTA GEOPOLITICO

“Agli albori, negli anni ’20, la Paneuropa era studiata come un’unione continentale senza il Regno Unito che aveva il suo Impero. Da Suez fino ai primi anni ’70, l’Impero britannico entra in crisi irreversibile e si smantella: a questo punto c’è l’interesse ad introdurre il Regno Unito nell’Europa, nella Cee.”

NARRATORE

La Gran Bretagna è restia a cedere la propria sovranità, ciò è contrario all’interesse nazionale: la sterlina, il Commonwealth, il rapporto privilegiato con Washington.

Anche secondo Winston Churchill: “La Gran Bretagna è dell’Europa, ma non in Europa”. (4)

Eppure, nel 1961, il premier conservatore Harold MacMillan presenta la domanda di adesione al mercato comune.

I maggiori partiti, ossia Tory, Labour e Liberal, si affiliano segretamente al “Action Committee for the United States of Europe” di Jean Monnet, finanziato dalla Cia e dal Dipartimento di Stato americano (5).

FEDERICO DEZZANI – SCRITTORE, ANALISTA GEOPOLITICO

“Finché in Francia c’è al governo Charles De Gaulle, che è un nazionalista francese puro e duro, si oppone all’ingresso del Regno Unito in Europa, considerandolo, a ragione, come un cavallo di troia dei poteri atlantici.”

NARRATORE

Per Charles De Gaulle, non ci può essere altra Europa che quella degli Stati Nazione: “dalle Alpi agli Urali”. Un’emergente alleanza franco-tedesca sta prendendo forza.

Ma nel 1969, De Gaulle perde il referendum e si dimette.

Luce verde: nel 1973, la Gran Bretagna entra nella Comunità Economica Europea.

Si salda così, quella èlite globalista anglo-americana che vede la salvezza del pianeta in una forma di governo mondiale, fondata sul federalismo regionale.

Secondo Richard Coudenhove-Kalergi, l’idea di nazione dovrà essere un qualcosa di intimamente privato, come lo è la religione (6).

Rimarrà soltanto lo Stato: lo Stato Europeo.

MARCELLO FOA, GIORNALISTA

“Se noi andiamo a vedere, e in questo non le dico nulla di misterioso, cioè se noi andiamo ad esaminare le carte che sono state desecretate degli archivi della Cia e del Dipartimento di Stato, emerge chiaramente come i più grandi sostenitori del progetto di… all’epoca non si chiamava Unione Europea, c’era la Comunità dell’Acciaio e del Carbone, poi c’era la Comunità Europea e solo in fine l’Unione Europea, ma parliamo dei fondatori: Monnet, Schuman, Spinelli ecc., emerge chiaramente che a sostenere con forza, ad incoraggiare, spingere – e talvolta si aveva persino l’impressione, secondo alcuni studiosi, che venissero dati degli ordini – erano gli americani.”

NARRATORE

Gli ordini ed i finanziamenti arrivano dall’ACUE (7), diretto dal generale William J.Donovan, ex capo dei servizi segreti; il suo vice è Allen Dulles, futuro direttore della Cia. Con loro, anche Paul Hoffman e Charles Merville Spofford, del Consiglio Nord Atlantico, l’organo supremo della Nato. (8)

MARCELLO FOA, GIORNALISTA

“Gli americani pensavano che l’Unione Europea, il processo di unificazione europea, potesse essere all’epoca, l’ideale contraltare all’Unione Sovietica.”

NARRATORE

ACUE, di fatto, dirige il Movimento Europeo, di cui fanno parte: Winston Churchill, Paul Henry Spaak, Konrad Adenauer, Alcide De Gasperi, Joseph Retinger, Francois Mitterrand, Harold MacMillan e, naturalmente, Richard Coudenhove-Kalergi (9) .

BRADY KIESLING – EX DIPLOMATICO USA

“Gli Stati Uniti, ad onor loro, sin dall’inizio, hanno visto l’Unione Europea come una forza molto potente, molto utile non solo per l’interesse dell’America, ma del mondo.”

MARCELLO FOA, GIORNALISTA

“L’Unione Europea è figlia degli Stati Uniti d’America”

NARRATORE

Il ruolo degli Stati Uniti è gestito come un’operazione segreta. Una nota datata 11 giugno 1965, consiglia il vicepresidente della CEE, Robert Marjolin, di perseguire l’unione monetaria di nascosto, fino al punto in cui “l’adozione di tali proposte diventerebbe praticamente inevitabile.” (10)

ANTONIS RAGOUSIS, INVESTMENT STRATEGIST

“Questa valuta europea non è stata neanche concepita o creata da economisti europei, è stata creata da economisti americani della Columbia University, di New York”.

NARRATORE

Ricordate l’inventore della trickle – down economics? Ebbene, l’architetto dell’Euro (11) è proprio lui: Robert Mundell. (12)

Col Trattato di Maastricht, finalmente, anche in Europa, la ricchezza senza limiti di chi sta in alto, goccia a goccia, arriverà… ai poveri del futuro.

ANTONIS RAGOUSIS, INVESTMENT STRATEGIST

“Quella valuta doveva essere più forte del dollaro americano perché, in questo caso, l’economia americana avrebbe avuto un certo grado di vantaggio concorrenziale, di vantaggio di concorrenza valutaria in termini di esportazioni.”

FEDERICO DEZZANI, SCRITTORE, ANALISTA GEOPOLITICO

“Friedman dice che l’euro è un progetto di una èlite ristretta, un’èlite antidemocratica che intende appunto utilizzare questo strumento per arrivare all’unione politica (13).”

ANTONIS RAGOUSIS, INVESTMENT STRATEGIST

“La Bundesbank stessa è stata modellata secondo il sistema della Federal Reserve degli Stati Uniti, perché la Federal Reserve, a quel tempo era l’unica banca che aveva l’esperienza per gestire diversi Stati tramite una politica monetaria unificata, e questo è indicativo del fatto che il modello dell’Unione Europea è di creare gli Stati Uniti d’Europa.”

NARRATORE

La potenza tedesca, ora di nuovo unita, è tornata il dominus del continente.

FEDERICO DEZZANI, SCRITTORE, ANALISTA GEOPOLITICO

“Oggettivamente, la Germania è la prima economia e detta le regole; però è anche lei sottomessa, è stata inserita con la forza in una cornice geopolitica che forse da sola non avrebbe scelto.”

MARCELLO FOA, GIORNALISTA

“Secondo me, lo scopo ultimo delle attuali èlite transnazionali, che poi sono quelle che hanno il Vero Potere, è quello di creare gli Stati Uniti d’Europa.”

NARRATORE

Stati Uniti d’Europa, avviati verso la costruzione di un immenso mercato transatlantico.

Secondo il politologo Zbigniew Brzezinski: “L’Europa è l’essenziale testa di ponte geopolitica americana sul continente Euroasiatico (14)”, quello che il diplomatico britannico John Halford Mackinder chiama “Heartland (15)”, il Cuore della Terra.

Chi controlla l’Eurasia, controlla il mondo.

Ben 350 siti militari americani (16), sono disseminati per il vecchio continente.

“Nato”, significa anche 180 testate nucleari in Europa. (17)

MARCELLO FOA, GIORNALISTA

“Oggi non c’è più nessun paese europeo che davvero controlla al 100% le proprie forze armate. Perché comunque le Forze Armate e le spese per gli armamenti, sono inseriti in un contesto, in una strategia, che è internazionale, legata al Patto Atlantico. E questo ovviamente, se noi vogliamo esaminarlo dal punto di vista della purezza della sovranità, è una fortissima limitazione di sovranità.”

FEDERICO DEZZANI – SCRITTORE, ANALISTA GEOPOLITICO

“Il Potere atlantico sul continente si basa su due pilastri: la Nato per l’ambito militare, e la Ue per l’ambito politico ed economico.”

NARRATORE

“Le persone accettano il cambiamento soltanto nella necessità e vedono la necessità soltanto nella crisi.” (18)

“L’Europa si farà attraverso le crisi, e sarà costituita dalla sommatoria delle soluzioni che saranno date a queste crisi”, scrive Jean Monnet nelle sue Memorie (19).

WINSTON CHURCHILL

Università di Zurigo, 19 Settembre 1946

“Perciò vi dico: lasciate che l’Europa sorga!”

NARRATORE

DEMOCRAZIA, DAL GRECO ANTICO: DÉMOS, “POPOLO” E KRÁTOS, “POTERE”. È IL “GOVERNO DEL POPOLO”.

ANCHE PLATONE E ARISTOTELE PENSAVANO AD UN GOVERNO MISTO,

ANTIDOTO A PERICOLOSE FORME AUTORITARIE, DOVE IL POTERE,

VALE A DIRE LA RICCHEZZA, È CONCENTRATA IN POCHE MANI, E

QUINDI LA POVERTÀ DIFFUSA ALL’INTERA SOCIETÀ.

DEMOCRAZIA, “GOVERNO DEL POPOLO” SIGNIFICA SEPARAZIONE DEI POTERI. PER IL BARONE MONTESQUIEU, CIÒ È GARANZIA DI LIBERTÀ: “IL DIRITTO DI FARE TUTTO QUELLO CHE LE LEGGI PERMETTONO”.

OGGI, CIÒ È LA BASE DELLE NOSTRE COSTITUZIONI.

IN DEMOCRAZIA, IL POPOLO ELEGGE I PROPRI RAPPRESENTANTI IN

PARLAMENTO; ESSI DETENGONO IL MONOPOLIO DELL’INIZIATIVA LEGISLATIVA: SCRIVONO LE LEGGI, CHE IL GOVERNO ATTUA E CHE LA MAGISTRATURA APPLICA, IN NOME DEL POPOLO.

E NELL’UNIONE EUROPEA?

IL POPOLO ELEGGE I PROPRI RAPPRESENTANTI, MA IL PARLAMENTO – ASSIEME AL CONSIGLIO DELL’UNIONE EUROPEA – ADOTTA E ADATTA LE PROPOSTE LEGISLATIVE DELLA COMMISSIONE EUROPEA. 

QUINDI, È LA COMMISSIONE CHE DETIENE IL MONOPOLIO DELL’INIZIATIVA LEGISLATIVA: UN ATTO LEGISLATIVO DELL’UNIONE EUROPEA PUÒ ESSERE ADOTTATO SOLO SU PROPOSTA DELLA COMMISSIONE.

LA COMMISSIONE EUROPEA È ANCHE IL POTERE ESECUTIVO DELL’UNIONE EUROPEA: HA IL POTERE DI APPLICARE LE LEGGI, ED È POLITICAMENTE INDIPENDENTE. I SUOI 28 COMPONENTI, NON SONO ELETTI DIRETTAMENTE DAL POPOLO, MA SONO NOMINATI SU PROPOSTA DEGLI STATI MEMBRI, DA CUI NON ACCETTANO ALCUN TIPO DI ISTRUZIONE O INDICAZIONE (TUE ART. 17.3).

È LA COMMISSIONE CHE AUTORIZZA LA LEGGE DI BILANCIO DI CIASCUNO STATO, PRIMA CHE ESSA ARRIVI AL VOTO NEL PROPRIO PARLAMENTO NAZIONALE.

È LA COMMISSIONE CHE NEGOZIA GLI ACCORDI INTERNAZIONALI PER CONTO DELL’UNIONE EUROPEA.

È LA COMMISSIONE CHE ASSIEME ALLA CORTE DI GIUSTIZIA, GARANTISCE CHE IL DIRITTO COMUNITARIO SIA CORRETTAMENTE APPLICATO IN TUTTI I PAESI MEMBRI.

È QUINDI EVIDENTE COME LA COMMISSIONE SIA UN SUPER ORGANO COMPOSTO DA PERSONE CHE NON RAPPRESENTANO DIRETTAMENTE I POPOLI EUROPEI; UNA ISTITUZIONE CHE CONCENTRA IN SÉ I POTERI LEGISLATIVO, ESECUTIVO E DI CONTROLLO.

LA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA (FORMATA DA GIUDICI E AVVOCATI NOMINATI DAI GOVERNI DEGLI STATI MEMBRI), DETIENE IL POTERE GIUDIZIARIO: È COLEI CHE GARANTISCE CHE VENGA RISPETTATO IL CONCETTO DI “PRIMACY”, LA SUPREMAZIA DELLA LEGGE EUROPEA SU QUELLA NAZIONALE.

ANCHE SENZA SCOMODARE DI NUOVO PLATONE, ARISTOTELE E MONTESQUIEU.. PENSIAMOCI UN ATTIMO: L’UNIONE EUROPEA È UNA DEMOCRAZIA, È IL GOVERNO DEL POPOLO?

Flashback

GIUGNO 1975

NARRATORE

Crollata la Dittatura, la Democrazia riprende vita dove nell’antichità tutto iniziò: il suo cuore batte nella Costituzione, edificata su libertà individuali e diritti sociali.

GEORGIOS KASSIMATIS, COSTITUZIONALISTA

“Viene determinato che il potere sorge dal popolo, viene esercitato sia dagli organi che dai rappresentanti del popolo che vengono eletti, e questo potere, deve essere esercitato a favore del popolo.”

NARRATORE

Konstantinos Karamanlis, già primo ministro nel dopoguerra, è di nuovo premier e lavora da subito perchè la Grecia entri nella Comunità Economica Europea.

ANTONIS RAGOUSIS, INVESTMENT STRATEGIST

“La Grecia è sempre stata una parte fondamentale dell’interesse geopolitico degli Stati Uniti sin dalla Seconda Guerra mondiale: la dottrina Truman, il piano Marshall, la Giunta militare. La componente americana, l’influenza americana sullo Stato greco, è sempre stata molto forte.”

NARRATORE

Il battesimo europeo della Grecia coincide con il primo governo socialista del paese.

Durante il primo decennio di Democrazia e di Costituzione, la quota salari sul Pil raggiunge il 73%. (20)

LEONIDAS VATIKIOTIS, GIORNALISTA

“Le spese pubbliche aumentano e la società greca inizia ad assomigliare a quelle dell’Europa occidentale, perché per la prima volta, abbiamo un dignitoso Stato Sociale.”

PANAGIOTIS C. IOAKIMIDIS, DOCENTE DI INTEGRAZIONE EUROPEA, UNIVERSITÀ DI ATENE

“Il popolo greco, ed in particolare, gli strati più poveri del popolo greco, gli strati a debole salario, hanno beneficiato di questo debito, ma l’economia in generale, si è fatta carico di un debito molto pesante.”

LEONIDAS VATIKIOTIS, GIORNALISTA

“Il paradosso è che il debito pubblico greco non è dovuto agli accumulati deficit fiscali dello Stato; il debito pubblico greco – in primis – è dovuto prevalentemente ai tassi di interesse molto alti, a cui l’economia greca si è fatta prestare per tutto il decennio degli anni ottanta. Questo era un fenomeno mondiale, non era esclusivamente greco.”

NARRATORE

In dodici anni dall’ingresso nella Cee, il debito pubblico esplode dal 25% al 91% del Pil (21).

Dal 1981 al 1997 se ne vanno in interessi 22.483,8 MILIARDI DI DRACME (22).

Lo Stato libera il mercato. A vantaggio di chi?

Inizia una rapida deindustrializzazione del paese, si privatizzano imprese, banche pubbliche (23), si attuano politiche di austerità fiscale e salariale.

Nel 1994, vengono completamente liberalizzati i movimenti di capitale (24), mentre la Banca Centrale diventa ufficialmente indipendente (25).

Il 13,75% dell’intera economia reale si trasforma in economia finanziaria (26).

MANFREDI DE LEO – DIPARTIMENTO ECONOMIA UNIVERSITÀ ROMA TRE

“L’altro aspetto indiretto che ha probabilmente inciso profondamente sull’economia greca, è stata la perdita della sovranità monetaria e ce ne accorgiamo proprio negli anni della crisi.”

NARRATORE

La crisi è quindi colpa del popolo greco che “ha vissuto al di sopra delle proprie possibilità?

 

 

NOTE:
1- Kalergi – Coudenhove Richard, How the E.R.P. Can Unite Europe, 1948 – Fulbright Papers, BCN 25 F 30; CARE-RCK

2- Hoffman Paul, US Administrator of the Economic Cooperation Administration (ECA), 75th meeting of the Council of the Organisation for European Economic Cooperation (OEEC) 31 October 1949, (p.3)

3 – Farnetti Bertella Paolo, COUDENHOVE-KALERGI, FULBRIGHT E LA LOTTA PER GLI STATI UNITI D’EUROPA, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, 2001 – p.29

4-Messina Dino, Quando era l’Europa (e De Gaulle) a dire di no alla Gran Bretagna, Il Corriere della Sera, 05.06.2016

5- Britain and the European Union: Lessons from History, p.11, Queen Mary University of London, March 2016 ; Sked Alan, How a secretive elite created the EU to build a world government, The Telegraph, 27 Nov 2015

6- Kalergi – Coudenhove Richard, Pan – Europa, PAN-EUROPA-VERLAG WIEN, 1923 – Neuauflage 1982, p.147

7- Pritchard – Evans Ambrose , Euro-federalists financed by US spy chiefs, The Telegraph, 19 Sep 2000

8- Aldrich J. Richard, University of Nottingham – OSS, CIA and European unity: The American committee on United Europe, 1948–60 – p.193

9 – CVCE.eu – The establishment of the European Movement  – https://www.cvce.eu/en/recherche/unit-content/-/unit/04bfa990-86bc-402f-a633-11f39c9247c4/272166ae-84b2-466b-9cfa-4df511389208 – http://www.dizie.eu/dizionario/mitterrand-francois/

10- Pritchard – Evans Ambrose- Euro-federalists financed by US spy chiefs, The Telegraph, 19 Sep 2000 ; François Asselineau, François-Xavier Grison, LA RÉUNION SECRÈTE DU 11 JUIN 1965 AU DÉPARTEMENT D’ÉTAT AMÉRICAIN SUR L’UNION MONÉTAIRE EUROPÉENNE – www.upr.fr, 2014 – pp.12/15

11 – Zampaglione Arturo, L’architetto dell’ euro Nobel dell’ economia, La Repubblica 14.10.1999

12- Palast Greg, Robert Mundell, evil genius of the euro, The Guardian, 26.06.2012

13 –Taino Danilo,Milton Friedman: la moneta unica è un Soviet, Corriere della Sera – 23.03.1998 – p.3

14- Brzezinski Zbigniew, The Grand Chessboard: American Primacy and Its Geostrategic Imperatives, Basic Books, New York 1997 – p.59

15- Sir Mackinder J. Halford, The Round World and the Winning of the Peace, Foreign Affairs, 1943

16- Coffey Luke, Keeping America Safe: Why U.S. Bases in Europe Remain Vital, The Heritage Foundation,11.07.2012

17- RICCI MAURIZIO, Missili nucleari costosi, inutili e insicuri. “Da Aviano alla Turchia, gli Usa vi rinuncino” – La Repubblica, 17.08.2016

18 – Monnet Jean, Mémoires, Paris, éditions Fayard, 1976, p. 129

19- Monnet Jean, Mémoires, Paris, éditions Fayard, 1976, p. 488

20- De Leo Manfredi, LA CRISI DEL DEBITO PUBBLICO: IL CASO GRECO NEL CONTESTO EUROPEO – p.14

21- Truth Committee on Public Debt – Preliminary (GR) Report, p.17

22- Elaborazione dati da Tabella 7a: “Entrate e Spese Amministrazione Centrale”, 1981-1997 – Banca di Grecia, Biblioteca – Atene – dal 1998 non esistono dati ufficiali (ndr)

23- Privatization Barometer – Greece

24- Sachinidis Filippos, “Il regime monetario della Grecia: dalla partecipazione della dracma nel sistema di Bretton Woods fino all’UEM” – Το νομισματικό καθεστώς της Ελλάδας: Από τη συμμετοχή της δραχμής στο σύστημα του Bretton Woods μέχρι την Ο.Ν.Ε.- (2005) p.41

25- https://www.bankofgreece.gr/Pages/en/Bank/History/historicalreview.aspx

26- Elaborazione dati: IFS, Fondo Monetario Internazionale/ Banca di Grecia