Una variopinta mondializzazione dei diritti e di migliori condizioni di vita è in corso.

Mentre nell’Europa occidentale si costruisce il mercato comune, il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale concedono e favoriscono prestiti; le banche commerciali abbassano i tassi d’interesse e numerosi paesi in via di sviluppo iniziano a indebitarsi.

15 Agosto 1971

Tramontano gli accordi di Bretton Woods: gli Stati Uniti sganciano il dollaro dall’oro. Nasce la moneta moderna: ogni Stato, la crea sovranamente dal nulla tramite la propria Banca Centrale e non avrà mai problemi di debito.

È il momento giusto per la grande reazione: quando la Corte Suprema americana dà il via libera ai finanziamenti elettorali da parte delle grandi aziende, le multinazionali prendono di fatto il controllo del sistema politico a suon di donazioni. (1)

Non rimane altro che costruire un pensiero nuovo, o quasi: il mercato deve tornare libero. Libero da chi? Libero dallo Stato, che per sua natura è inefficiente e corrotto; e per questo va ridotto al minimo.

Lo Stato stampa troppa moneta: ciò crea l’aumento generalizzato dei prezzi.

Lo Stato spende oltremisura, fabbricando debito, e ciò non si confà ad una famiglia rispettabile. Per questo, la Banca Centrale va resa ovunque indipendente dal governo.

Bisogna lasciar fare ai più ricchi: è l’interesse privato che promuove il bene comune.

Le idee di Milton Friedman, Robert Lucas e Robert Mundell, ispirate da Friedrich Von Hayek, vengono diffuse in ogni dove.

Il mercato globale va conquistato, con ogni mezzo. Il filosofo politico Leo Strauss è chiaro. Senza lo Stato è il caos: nessun esercito nemico e nessun rischio di sconfitta. (2)

I discepoli del Prof. Friedman iniziano la loro fulminea carriera all’interno della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale; quelli del Prof. Strauss scalano le gerarchie del Pentagono e influenzeranno molto presto le politiche della Nato.

Secondo Friedman: “Soltanto una crisi produce vero cambiamento (3)”. Nasce la shock economy: insediare giunte militari o tecnocrati, per ottenere mercati liberi.

La crisi energetica del 1979 manda in panne il modello keynesiano e le economie occidentali.

La Banca Centrale Americana innalza fortemente i tassi d’interesse; ciò ferma l’inflazione, ma spedisce in bancarotta decine di Stati tra Africa, Asia e America Latina, i cui debiti sono in dollari: una moneta straniera che questi Stati non emettono e non controllano. E ora non hanno alternativa: devono richiedere il sostegno del FMI. Otterranno denaro, soltanto in cambio di riforme.

Ciò che l’economista John Williamson svelerà pubblicamente essere la ricetta destinata al Mondo Nuovo, il Washington Consensus (4): austerità, liberalizzazioni e privatizzazioni.

Margaret Thatcher e Ronald Reagan guidano la guerra contro lo Stato, liberando il Mercato.

Anche gli aiuti internazionali vengono privatizzati: nascono le multinazionali della solidarietà. Spunta una fitta rete di associazioni e fondazioni finanziata e sostenuta in primis da Washington, per diffondere il libero mercato. Operazioni un tempo delegate soltanto alla Cia (5).

Non di rado, filantropia privata, interessi strategici e geopolitici, si fondono.

Il ventesimo secolo si chiude, tracciando la via:

1999

la Nato diventa anche offensiva (6) e potrà operare ovunque per ragioni di sicurezza globale: economica, energetica e migratoria.

Il Fondo Monetario Internazionale diventa prestatore di ultima istanza: una sorta di banca centrale per quelle nazioni che si ritrovano in difficoltà finanziarie. (7)

Secondo l’economista Joseph Stiglitz: si è passati “dal servire gli interessi economici globali, al servire gli interessi della finanza globale” (8).

Il premio Nobel 1999 è Robert Mundell, ispiratore della “trickle down economics”, inaugurata da Ronald Reagan (9): la ricchezza senza limiti di chi sta in alto, goccia a goccia, arriverà in basso.

Sarà l’Era della prosperità o il ritorno alla società più arcaica?

Dove “i forti agiscono secondo la propria potenza, e i deboli indietreggiano e accettano(10).

E lo Stato? Per Aristotele, “ogni Stato esiste per natura, e si mantiene perché assicura il benessere dei suoi abitanti (11)”. “Globalizzazione” è una parola coniata dall’economista Kenichi Ohmae. Egli considera superato il paralizzante Stato Nazione, ormai parte di uno Stato – regione (12).

Una regione del libero mercato mondiale. Soltanto di ricchi e di poveri.

Fra Milton Friedman e Leo Strauss: i mercati vanno spalancati, con la finanza o con la guerra. Africa, America, Oceania, Asia. E l’Europa?

JOHN PERKINS. EX AGENTE NSA, USA

“Una volta identificati i paesi, organizzavamo enormi prestiti, ma il denaro non arrivava direttamente ai paesi: andava invece alle nostre multinazionali per realizzare progetti infrastrutturali, tipo centrali o autostrade, di cui beneficiavano i pochi facoltosi e le nostre multinazionali, ma non la maggioranza della popolazione che non aveva i mezzi per usufruirne. Alla fine restava un debito enorme, più o meno com’è successo in Grecia. Un debito senza precedenti. Una volta che questi paesi erano legati al debito, noi normalmente tornavamo come FMI – nel caso della Grecia odierna come “Troika” – e imponevamo tremende misure di restrizione: aumento delle tasse, tagli alle spese, privatizzazioni delle imprese pubbliche come le centrali, la distribuzione dell’acqua, i trasporti. In pratica, diventavano nostri schiavi: del FMI o, nel vostro caso, dell’Unione Europea. Nella sostanza, organizzazioni come il FMI, la Banca Mondiale o l’Unione Europea sono strumenti in mano alle grandi multinazionali. È ciò che io chiamo “corporatocrazia” (13)

Quando una crisi si verifica, le azioni intraprese dipendono dalle idee che circolano. QUESTA, IO CREDO, é LA NOSTRA FUNZIONE PRINCIPALE: SVILUPPARE ALTERNATIVE ALLE POLITICHE ESISTENTI, MANTENERLE IN VITA E DISPONIBILI FINCHE’ IL POLITICAMENTE IMPOSSIBILE DIVENTA POLITICAMENTE INEVITABILE.”

Milton Friedman, Premio Nobel per l’economia 1976
“Capitalism and Freedom (14)

Antonis Papantoniou, Ex Ammiraglio della Marina Militare

“Sin dall’inizio di questa avventura dell’occupazione, vedevamo questa polizia speciale che si chiama M.A.T.: quotidianamente girava per Atene armata per terrorizzare i cittadini.”

ELENA

“Specialmente quando iniziarono ad assumere le misure di austerità, ci fu un enorme aumento della mobilitazione sociale.”

Giannis Athanasiadis, EPAM (FRONTE POPOLARE UNITO)

“In questa piazza, lottavamo con la Polizia: ci hanno picchiato molto brutalmente, hanno spedito gente all’ospedale, ci hanno tirato molti gas, molte botte.”

PASSANTE 1

“Sentivamo della Troika ma non sapevamo: è arrivata all’improvviso, è caduta come un fulmine dal cielo e ci ha distrutti, non ce l’aspettavamo, non sapevamo, i greci sono stati sorpresi”

LOUIS ELLI, MEMBRO DE LA SOLIDARIETA’ KALLITHEA ATTICA

“Direi che sono state prese alla sprovvista tutte le famiglie, tutta la gente è sottosopra.”

DISOCCUPATO

“Conosco case con due figli, con tre figli, che non hanno niente da mangiare, lo sai? Non possono pagare la luce, non possono pagare l’acqua, non hanno… ne conosco tanti, tanti!”

LOUIS ELLI, MEMBRO DE LA SOLIDARIETÀ KALLITHEA ATTICA

“Non potevamo pagare né le ripetizioni per i figli, né le medicine per le persone anziane seppur in possesso d’assicurazione sanitaria, col risultato che sono morte delle persone: non abbiamo medici.”

NARRATORE

9 Novembre 2011

George Papandreou si dimette. La Grecia è già in ginocchio, e deve alleggerire il proprio debito: per conto del governo greco, segue le trattative Matthieu Pigasse, vicepresidente europeo della banca d’affari americana Lazard. È stato incaricato dal premier, Lukas Papadimos, ex Banchiere Centrale. (15) Il nuovo capo del governo non è stato eletto dal popolo, ma nominato dal Palazzo. È la persona giusta per trascinare il paese nel secondo memorandum: ancora austerità, liberalizzazioni e privatizzazioni.

Il caos e la paura sono saggiamente amministrate. E servono ad imporre povertà.

Antonis Papantoniou, Ex Ammiraglio della Marina Militare

“La violenza con la quale applicavano quel che applicavano era oltre i limiti.”

OLGA SANTA

“In qualsiasi manifestazione, non esisteva che non cascasse un gas asfissiante o che dessero botte, a prescindere, anche se la manifestazione era partita pacificamente, poi buttavano dentro i loro e festa finita.”

LEONIDAS VATIKIOTIS, ECONOMISTA (PHD), GIORNALISTA – COMPONENTE COMMISSIONE PARLAMENTARE PER LA VERITÀ SUL DEBITO PUBBLICO

“La Grecia era sotto dittatura fino al 1974, e ci sono apparati dello Stato come la Polizia e l’esercito greco, che non sono così tanto amichevoli nei confronti della democrazia, che erano e sono focolai di fascismo.”

OLGA SANTA

“Il periodo di Poliziocrazia, prima di Syriza, era come se fosse una nuova specie di Giunta”.

GEORGIOS KASSIMATIS, COSTITUZIONALISTA

[https://www.youtube.com/watch?v=Q-MvdpyP6Es]

“Il potere che si sta esercitando in questo momento nel nostro paese riguardo agli obblighi delle convenzioni di prestito e di Memorandum, è un potere fuori dalla Costituzione: è quindi un potere da colpo di Stato, è un potere de facto.”

FLASHBACK

NARRATORE

Nei maggiori paesi occidentali, la spinta dal basso e nelle istituzioni di partiti, sindacati e movimenti, ha aperto la stagione dei diritti sostanziali.

Nel Laboratorio Grecia, ciò non può accadere.

21 APRILE 1967, ore 2:00 

La LOK (Lochos Oreinon Katadromon) prende il controllo del Ministero della Difesa: è il colpo di stato.

BRADY KIESLING, EX DIPLOMATICO USA

“Hai un partito di centro-sinistra con un vecchio leader, sempre più fragile, Georgio Papandreou; dove suo figlio Andreas, vuole essere il prossimo primo ministro della Grecia e sta manovrando verso quella direzione, portando il suo partito verso la sinistra.”

GIORGOS FOTIADIS, PATRIOTA GRECO

Sarebbe stato inammissibile da parte loro, permettere l’esistenza di un governo indipendente e democratico, che molto probabilmente si sarebbe rivolto verso l’Unione Sovietica.

BRADY KIESLING, EX DIPLOMATICO USA

“C’è il Dipartimento di Stato che è più liberale, la CIA che è molto complicata e l’Esercito che tende ad essere molto più conservatore ed anticomunista; e tanti ufficiali dell’Esercito hanno creduto alla propaganda dei Colonnelli, cioè che esistesse una minaccia comunista in Grecia.”

GIORGOS FOTIADIS, PATRIOTA GRECO

“Gli americani intravedevano il pericolo di perdere il controllo totale del paese, che già avevano, cosa che non volevano affatto che succedesse.

Questi ed altri eventi di minor importanza, li hanno portati a fare il colpo di stato.”

NARRATORE

La giunta militare di Georgios Papadopoulos domina per sette lunghissimi anni di libertà negate, violenza e terrore. Ciò permette la drastica redistribuzione del reddito: da chi sta in basso a chi sta in alto, dai salari ai profitti. La quota destinata ai salari era all’80%. Grazie alla dittatura militare, crolla al 62,1%. (16)

GIORGOS FOTIADIS, PATRIOTA GRECO

Il sentimento prevalente, durante la dittatura, era quello della paura.

In molti casi, la situazione odierna ricorda la dittatura: ora stiamo vivendo un’altra occupazione, un’occupazione economica, nella quale i monopoli ed i globalizzatori occupano, e vogliono di nuovo, portare il popolo, la gente, le persone, quasi al limite dello schiavo.

 

 

NOTE:
1- Balkan Joel, The Corporation, Ed. Italiana Fandango Libri 2004, p. 133

2- Meyssan Thierry, La cécité de l’Union européenne face à la stratégie militaire des États-Unis

3- Friedman Milton, Capitalism and Freedom, The University of Chicago 1962, p.7

4-Williamson John, What Washington Means by Policy Reform, Chapter 2 from Latin American Adjustment: How Much Has Happened? 1990 – © Peterson Institute for International Economics

5- Macchi Alfredo, Rivoluzioni SpA, Alpine Studio, 2012 – pp.53/87

6- The Alliance’s Strategic Concept – 24 Apr. 1999

7- IMF Reform – https://www.imf.org/external/np/exr/ib/2000/041200ao.htm

8- Stiglitz Joseph, Globalizzazion and its discontents, W. W. Norton & Company, New York (2002). p.223

9- Palast Gregory, Currency rules – but it’s not OK, The Guardian, Sun 4 Jun 2000

10- Tucidide, “La Guerra del Peloponneso” V – 89.

11-Aristotele – Politica, Libro I° – 1252b – 1253

12 – Ohmae Kenichi, Il continente invisibile. Oltre la fine degli stati-nazione: quattro imperativi strategici nell’era della Rete e della globalizzazione, Fazi Editore, Roma 2001, pp.215/219

13- Dialogos Radio, Intervista a John Perkins, ex agente NSA, (English); 14/15.11.2013

14- Friedman Milton, Capitalism and Freedom, The University of Chicago 1962, p.7

15 – Da Rold Vittorio, Atene obbliga tutti i creditori allo swap, Il Sole 24 Ore, 10.03.2012

16- De Leo Manfredi, LA CRISI DEL DEBITO PUBBLICO: IL CASO GRECO NEL CONTESTO EUROPEO – p.14